VIII Congresso dell'Associazione Mondiale di Psicoanalisi AMP
L'ORDINE SIMBOLICO NEL XXI° SECOLO
NON E' PIU' QUEL CHE ERA. QUALI CONSEGUENZE PER LA CURA?
Associazione Mondiale di Psicoanalisi

Dal 23 al 27 Aprile 2012
Hotel Hilton

Macacha Güemes 351, Puerto Madero
Ciudad de Buenos Aires, Argentina
INIZIO COMITATO D'ORGANIZZAZIONE CONTATTO
TESTI

Presentazione dell’VIII Congresso dell’AMP
L’ordine simbolico nel XXI secolo. Non è più quel che era. Quali conseguenze nella cura?
per Flory Kruger

Flory KrugerLe fragilità dell’ordine simbolico nel nostro secolo non solo hanno i loro sintomi ma anche le loro conseguenze.

Il nostro VIII Congresso dell’AMP si dedicherà a interrogare durante una settimana, dal 23 al 27 aprile 2012, questi sintomi ed in particolare le loro conseguenze sulla cura analitica.

Per affrontare questo abbiamo una bussola in ciò che Lacan formula nel Seminario Ou pire, quando afferma che "Non c’è Altro dell’Altro, c’è dell’Uno", questo ci orienta rispetto alle trasformazioni della consistenza dell’Altro simbolico che la civiltà ci propone.

E’ evidente che questa interrogazione non è monopolio della psicoanalisi né degli psicoanalisti però, senza dubbio, il nostro orientamento dovrà dimostrare le sue particolarità.

Secondo Heiddeger, la formula nietzschiana "Dio è morto" si trova alla base del pensiero occidentale e del suo ordine simbolico[1]. La psicoanalisi mette in luce questa frase mostrando come proporre la morte del padre, dato rilevante nella misura in cui promuove l’autorità paterna sotto la forma della legge, non è altro che un modo di proteggerlo. Secondo Lacan, il padre viene salvato uccidendolo. Rammentiamo che a partire dal mito di Totem e Tabù, si conferma l’esistenza del padre e la civiltà si organizza attorno all’Edipo. Questo modo di pensare le cose ci confronta con un Altro consistente. Un Altro che nell’attualità svanisce irrimediabilmente. Per tanto, sarà necessario interrogare: quale è il luogo, oppure, quale è la funzione, se ancora resta qualcuna, dell’Edipo, nella pratica analitica del secolo XXI?

Lacan, considerando la polverizzazione di questa consistenza e senza nessun tipo di nostalgia verso di essa, propone la pluralizzazione dei nomi del padre, questo ci confronta non solo con l’inesistenza dell’Altro ma anche con l’affermazione che l’Altro sia solo un sembiante.

Il discorso della scienza ha fissato il senso del reale, in un modo che quel reale era in condizione di proteggere i soggetti dai sembianti. Questo è ciò che ha reso possibile a Freud la creazione della psicoanalisi, orientato da un ideale scientifico. Oggi, invece, c’è disagio rispetto al reale perché l’immersione del soggetto contemporaneo nei sembianti problematizza il reale.

L’inesistenza dell’Altro produce la crisi delle identificazioni e porta il soggetto a cercare il più di godere, la promozione del quale prende senso dall’indebolimento dell’ideale[2].

"Smarrito com’è il nostro godimento"[3], si colloca sempre meno attraverso le identificazioni provenienti dall’Altro e sempre di più attraverso il più di godere, ci possiamo chiedere: come incide questo nel discorso analitico, il cui obiettivo punta alla caduta delle identificazioni?

A partire dalle ultime decadi del XX secolo il mondo è diventato un immenso villaggio globale, per mano della rivoluzione scientifico-tecnologica. Le società in generale e le economie e i mercati, in particolare, sono diventati più interdipendenti, più globalizzati. Questa rivoluzione, diversamente dalle precedenti, è caratterizzata dalla convergenza e dalla simultaneità di numerosi fenomeni che hanno un forte impatto a livello mondiale.

Assistiamo all’emergere di una forma di organizzazione sociale, strutturata attorno alla conoscenza e all’elaborazione dell’informazione, che introduce nell’esperienza degli esseri umani una dimensione differente: la virtualità. Questa attraversa tanto l’ordine della produzione quanto quello della riproduzione sociale, condizionando i modi di rapporto sociale con il reale.

Secondo alcuni autori, i cambiamenti in corso rappresentano nel divenire dell’umanità una nuova rivoluzione, la terza nella modernità, il cui tratto emblematico è la trasformazione della conoscenza, sia in valore economico e sociale che in fonte fondamentale della produttività e del potere nelle società del XXI secolo.

Nella prima rivoluzione, è stata la macchina a vapore a materializzarsi nella ferrovia; nella seconda, sono state le nuove fonti di energia e il motore a scoppio a dare luogo alle catene di montaggio per la produzione in serie e all’automobile come oggetto emblematico. Nella terza rivoluzione, forse non già industriale, incentrata sull’elaborazione dell’informazione e sulla produzione di conoscenze, è il computer ciò che si erige in macchina della nuova forma di società[4].

L’ordine simbolico ha perso consistenza con la democratizzazione dell’informazione, internet è un esempio di questo. Internet rappresenta un’innovazione fondamentale che modifica la società, i suoi prodotti, la loro distribuzione e anche qualcosa ancora più importante, la sua mentalità e il suo spirito[5].

Prima, quando non c’era informazione abbondante, il marchio, il simbolo, comunicavano alcune caratteristiche che non potevano essere controllate in nessun modo; ora, con la diffusione dell’informazione, ciascuno può decidere da sé, senza bisogno di sostenersi nell’Altro del sapere.

Insorge, dunque, una nuova interrogazione: Come incide questa vera mutazione del sapere nel rapporto con il Soggetto supposto Sapere?

La stessa cosa accade oggi con l’opinione. Prima, il fatto che una notizia sia uscita, ad esempio, sul New York Times era un sinonimo di serietà, quasi di "verità"; ora, la qualità viene giudicata nei propri meriti e il New York Times sta fallendo.

Non possiamo misconoscere il ruolo delle reti sociali nei cambiamenti politici vissuti negli ultimi anni -l’elezione di Obama come presidente degli Stati Uniti, il prorompere della democrazia in Iran, il cambiamento di regime in Egitto, la preoccupazione dei governi totalitari, in particolare in Cina, per il controllo di questi mezzi di comunicazione.

Non dobbiamo dimenticare che il tema dell’indebolimento dell’ordine simbolico ha un aspetto generazionale che, nello stesso tempo, dipende dal livello di adozione della tecnologia. Internet fa che tutti quelli che lo adoperano seriamente possano "sapere più rapidamente" su tante cose attraverso dei filtri e dei consigli, nell’attualità ciò ha messo in crisi i marchi in tutto il mondo. Questo tema è stato affrontato originalmente dal fisico Chris Anderson, l’editore della rivista tecnologica Wired, icona dell’innovazione in tecnologie dell’informazione.

Conseguentemente, alcune delle domande cui, senza dubbio, dovremo rispondere nel nostro prossimo Congresso sono: cosa occupa oggi il luogo dell’Altro che non esiste?. Quali sono le conseguenze dell’indebolimento dell’ordine simbolico per la direzione della cura?, cosa c’è oltre la caduta degli ideali?, come collocare la psicoanalisi a livello del progresso delle scienze?, come si forma oggi uno psicoanalista perché possa rispondere ai tratti prima riferiti?, che statuto dare alla presenza virtuale dell’analista?. La ricerca di un soddisfacimento immediato spinge ad una clinica del passaggio all’atto, come risponde l’analista?.

Come vediamo, l’indebolimento dell’ordine simbolico nel XXI secolo ci obbliga a ripensare l’atto analitico, la direzione della cura, l’interpretazione, le entrate in analisi, il transfer, i finali d’analisi, la posizione dell’analista. Questi sono concetti fondamentali che dovranno restare interrogati durante il nostro prossimo Congresso.

Di fronte all’avanzamento del sapere esposto da tutte le vie virtuali che, in tempo reale, pretendono di dimostrare che la struttura della verità non appartiene alla finzione, sollecitiamo i nostri psicoanalisti ad abbandonare gli standard del pensiero, perché, com’è ovvio, le risposte da dare oggi, non possono essere quelle che si trovano nell’archivio di ciò che è stato già detto, ma nell’invenzione del nuovo, del diverso.

Per noi la creazione ex-nihilo o l’invenzione non sono formule vuote di Lacan, ma un istrumento metodico che non convoca l’inspirazione ma la logica che, in questo caso, partendo dall’inesistenza, ci permette di affrontare i nuovi sintomi della civiltà, che non fanno conto dell’Altro.

 


Traduzione: Silvia Cimarelli

NOTE

  1. Heidegger, Martin: Caminos del bosque, p. 193, Alianza Editorial, Madrid, 1995
  2. Miller, J. A.: El Otro que no existe y sus comités de ética, Paidós, Buenos Aires, Barcelona México, 2005.
  3. Lacan, J.: Radiofonia Television, p. 90, Einaudi, 1982, Torino.
  4. Gutierrez Marín, M., Alfabetización digital: algo más que ratones y teclas., Gedisa, Barcelona, 2003.
  5. Peres Useche, M., in Gobierno Digital: tendencias y desafíos, Universidad Externado de Colombia. Bogotá, 2003.